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CORSI CAD A MILANO E LOMBARDIA – AutoCAD, MAP, Inventor, Fusion 360, Revit,3ds Max, Alias, Maya, RasterDesign: corsi e formazione per i professionisti

Articoli per la categoria ‘Articoli’

Riprendere una stampa 3D interrotta

Scritto da matteo.trasi On Aprile - 25 - 2018
Stampa 3D interrotte: come riprendere? lezione su G-CODE per stampa FDM da CAD

Una stampa FDM si può interrompere per mille motivi!

Dopo qualche ora di stampa salta la luce? Il gatto stacca la spina giocando col topo? Ti è finito il filamento proprio sul più bello? Quando una stampa 3D si interrompe, il tuo oggetto rimane irrimediabilmente a metà, ed è molto seccante se il processo di stampa era già a buon punto e i tempi per stamparlo lunghi. A parte il gatto, i problemi più comuni sono l’interruzione di corrente durante la stampa e il termine del filamento  (PLA, ABC o altro) , ma anche involontari reset della scheda, per esempio alcune stampanti quando si collega la presa USB e si attiva il software di controllo sul PC vengono resettate, interrompendo ogni operazione. Anche se hai seguito un ottimo corso sulla stampa 3D non puoi farci nulla!

Stampa 3D interrotta - corso su GCODE e stampa fdm CAD

Con il giusto GCode possiamo rimediare!.

Alcuni firmware hanno un sistema di sicurezza che permette di “resuscitare” la stampa. Per esempio è tipico delle Wasp con il “resurrection system“.  Per poter attuare un simile miracolo, a prescindere dal firmware, sono a logica necessari alcuni requisiti:

  1. Sapere a che punto si è interrotta la stampa.
  2. Poter riposizionare la testina in quel punto.
  3. Sapere “cosa succede dopo” ovverosia avere a disposizione il G-Code (file con il codice di controllo della stampante) che è stato interrotto, per ripartire dal punto giusto e completare la parte mancante.

A che punto si è interrotta la stampa 3D

Come dicevamo alcuni firmware, quando si stampa un file presente sulla stampante, permettono di mantenere traccia del punto esatto del codice attualmente in esecuzione da parte dei motori e quindi se salta la corrente o finisce il filamento (se dotati del sensore) possono poi riprendere esattamente a eseguire il codice da quel punto, dopo aver ripristinato le temperature e la ventilazione.

Se non disponiamo di una simile stampante, quasi di sicuro non possiamo conoscere il punto esatto del G-Code in cui la stampa si è interrotta. Possiamo però sapere a che altezza è successo misurando con un calibro il pezzo parzialmente stampato per conoscere il suo punto di massima Z. Sarà necessaria la massima precisione, ovviamente, ma una volta nota la Z possiamo risalire  al layer in cui si è fermata la stampa, quindi alla sezione del G-Code da cui ripartire. Ci serve:

  • Un calibro o un calibro elettronico in grado di misurare le profondità
  • Il G-Code interrotto
  • Possibilmente i parametri usati per lo slice

Quindi:

Misuriamo l’altezza della stampa.

Apriamo il G-Code con un programma come il fantastico Notepad++ o il blocco Note di Windows e cerchiamo la riga che indica la nostra Z. Dato che la misurazione non può essere così precisa da “azzeccare” la Z esatta del G-Code, possiamo fare qualche calcolo se conosciamo i parametri dello slice: oppure usare un metodo più empirico.

Se abbiamo a disposizione i parametri di slice possiamo fare qualche calcolo: sottraiamo alla Z misurata lo spessore del primo layer di adesione, dividiamo il risultato per lo spessore degli altri layer e otterremo il numero con decimali che esprime la posizione in cui si è interrotta la stampa. Togliamo i decimali, moltiplichiamo per lo spessore layer e risommiamo lo spessore dello zero. In questo modo abbiamo arrotondato al layer sottostante la nostra misura.

Complicato? C’è un’altro modo più “spannometrico” ma spesso altrettanto valido: cerchiamo nel G-Code il testo che indica lo spostamento alla Z misurata senza decimali. Per esempio se abbiamo misurato 53.61 cerchiamo Z53. Dovremmo trovare qualche occorrenza di Z53 per tutti gli spostamento fra i 53 e i 54 millimetri. Scegliamo la riga del G-Code con l’occorrenza più vicina alla Z misurata e questo sarà il punto di ripartenza della stampa.

Riposizionare la testina

Una volta capita la Z, e avendo il codice G-Code in cui viene nominata la nostra Z, non va bene semplicemente eseguire il G-Code dal punto individuato! Prima bisogna scaldare l’estrusore, far scorrere un poco di materiale (prime) e azzerare gli assi, quindi riportare la testina alla Z giusta senza andare a sbattere contro il pezzo già stampato. Queste operazioni si possono di solito fare dal pannello di controllo della stampante: alziamo un pochino la Z, tenendo traccia di quanto la incrementiamo, scaldiamo e facciamo uscire qualche millimetro di materiale. Portiamo quindi X e Y a zero, per segnare la posizione Home su X e Y e poi riportiamo la Z alla sua posizione. Se fosse possibile potremmo anche portare la la Z a zero per il probe (solo se non si urtano i pezzi già stampati) e poi riportarla alla giusta altezza. Se non possiamo azzerare la Z, dovremo portarla a combaciare con il layer superiore, quindi inviare il G-Code necessario a indicare che la Z attuale è quella calcolata ai punti precedenti (codice G92 Z53.61 se la Z calcolata era 53.61).  Un’operazione analoga deve essere effettuata sulla posizione dell’estrusore: prendete nota del valore E nel primo comando G1 nel G-Code. Se per esempio E fosse 1920.78 e inviate G92 E1920.78. Quindi da un lato dovremo riportare le cose alla situazione in cui tutto si era interrotto, ma dall’altro dobbiamo indicare che le coordinate dell’estrusore e della Z sono proprio quelle: il codice G92 ci aiuta.

Riprendere

Copiamo e incolliamo il G-Code dal punto individuato fino alla fine in un nuovo file, inviamolo per la stampa e… incrociamo le dita. Un’ottima idea potrebbe essere scaldare di più la testina e andare estremamente piano (molte stampanti permettono di “rallentare” la stampa direttamente dal pannello di controllo). In questo modo si eviteranno gli urti violenti con la parte di layer già stampata e si permette alla testina di “fondere” eventuali ostacoli.

G-Code utile

Di seguito un esempio di G-Code inserito prima di quello creato con il “taglia e incolla” della procedura di cui sopra.

M104 S200 ;Scalda la testina senza aspettare
M82 ;absolute extrusion mode
G0 X0 Y0
G28 ;Home
M109 S200
;Prime the extruder
G92 E0
G1 F200 E7
G92 E2534.71925 ;imposta la posizione al valore presente nel G-Code successivo (questo è un valore di esempio)
M220 S40 ;imposta una velocità seguente del 40% (rallenta la stampa)
G1 Z50 ;riporta la Z sopra al punto di interruzione (nell’ipotesi era qualche mm sotto a 50)
M106 ;riaccende le ventole

 

Importare un STL in Fusion e convertirlo in solido

Scritto da matteo.trasi On Marzo - 12 - 2017

Abbiamo preparato un paio di filmati per suggerire una possibile strada per convertire in solido un STL grazie a Fusion 360. Naturalmente non si tratta di un compito scontato: gli STL sono superfici e nulla garantisce che siano chiuse ed ermetiche, quindi potrebbero proprio non rappresentare dei volumi. Molti tutorial su come convertire gli STL in solidi passano attraverso una preelaborazione in altri software, come Blender, MeshMixer, MeshLAB ed altro. In questo caso si tenta di avere il massimo controllo su ogni passaggio perchè, tra l’altro, l’STL è composto da facce “spigolose” come i triangoli e tipicamente approssima con un alto numero di triangoli le curvature. Con la conversione si drea in genere un solido pesantissimo, non arrotondato e spesso ingestibile nei modellatori più diffusi. La strada proposta in questo tutorial è più “rudimentale” e ha lo scopo di utilizzare un solo software, Autodesk Fusion, per l’operazione.

Sebbene altri metodi potrebbero permettere un controllo più rigoroso della conversione dei triangoli, il vantaggio del metodo proposto è la semplicità e il fatto che una volta importato in Fusion 360 il file STL così modificato e convertito in un “body” può essere utilizzato come un solido 3D subito nel programma, senza dover coinvolgere altri software.

Un secondo videotutorial precisa meglio alcune preelaborazioni disponibili in Fusion 360 per convertire STL in solidi “Body”, con qualche opzione in più per controllare l’accuratezza.

Corsi di BIM

Scritto da matteo.trasi On Giugno - 30 - 2016

Il BIM è oggi uno strumento fondamentale per chi progetta in architettura. Imparare a lavorarci con un corso dedicato al BIM può essere davvero importante per architetti, ingegneri e impiantisti. Il nostro corso sul BIM si basa su Revit, il software più moderno e all’avanguardia del settore. La progettazione BIM con Autodesk Revit è diventata una prassi, ormai, in Europa, e anche l’Italia si sta adeguando.

Importanza di Revit per il BIM

La progettazione BIM è il futuro dell'architettura per gli edifici pubblici

BIM e architettura

Oggi più che mai la formazione su Revit è importante per poter fruire appieno di questo strumento software. Senza un corso si rischia di usare questo prodotto di Autodesk come un software di progettazione CAD 3D, non cogliendo affatto la piena potenzialità del programma.
Infatti, molti ci hanno chiesto ancora se ci sono grosse differenze, per esempio fra altri software 3D, Archicad e Revit, facendo riferimento ai risultati ottenibili nei render o nella creazione di modelli 3D, non cogliendo affatto il punto della questione.

Chi ha seguito il corso, dopo aver applicato in pratica il metodo di lavoro durante le lezioni, guidato dal docente, esce invece finalmente dall’aula con le idee mille volte più chiare. Nel nostro corso sul BIM con Revit si apprende, lezione per lezione, il giusto approccio a questa tecnologia, dove il render, le viste 3D, le planimetrie, gli abachi, devono essere semplicemente intesi come effetti “collaterali” e automatici della giusta progettazione BIM, che è unitaria e produce appunto tutti questi aspetti.

un solo progetto BIM, tante visualizzazioni delle informazioni

Progettazione BIM unica per tutti gli aspetti tecnici

Ci si stacca quindi dal semplice concetto di progettazione 3D, per entrare pienamente nel Building Information Modeling, il BIM, apprendendo direttamente in aula la giusta logica da applicare.

Il corso su Revit

Corsi-CAD offre una grande opportunità a chi vuole imparare il BIM: applicarlo tramite Revit, il programma più potente e moderno, e all’avanguardia nel settore. Se decidete di imparare questa modalità progettuale per l’architettura, lasciate perdere i software 3D architettonici che poco hanno di BIM e tanto di semplice 3D, e investite sulla vostra crescita con una formazione su un vero BIM come Revit.

Non fraintendeteci: non abbiamo urgenza di “vendervi” un corso. I nostri corsi di Revit sono stati molto pieni per anni (nei limiti del possibile, dato che limitiamo a 12 o 14 il numero di partecipanti a seconda anche delle aule, soprattutto per non degradare la qualità delle lezioni sul BIM). Se anche decidete di andare altrove, sinceramente vi consigliamo di imparare comunque Revit. Innanzitutto è proiettato verso il futuro e non è solo un aggiornamento di software “vecchi” che lavorano in 3D ma esistevano già prima che si parlasse di BIM.

Architettura e ingegneria con il BIM

Progettare in modo moderno

Poi, dopo, se volete, va benissimo imparare anche AutoCAD Architecture, Allplan, Sketchup, 3ds Max, o altro. Tutti ottimi software. Ma il consiglio è di investire prima sul vostro futuro e sul BIM!

Windows 10 e AutoCAD 2015

Scritto da matteo.trasi On Ottobre - 21 - 2014

Siamo a ottobre e ormai è ufficiale: il nuovo Windows sarà Windows 10.

AutoCAD 2015 in Windows 10 - desktop di Windows

Windows 10 e le icone di AutoCAD 2015 – tutto ok!

Nessuna notizia ufficiale, ancora, sulla compatibilità dei prodotti Autodesk con la nuova versione di Windows. Ma perchè non provare noi stessi senza aspettare? Possiamo perchè Microsoft rilascia la versione “Technical preview” di Windows 10 liberamente scaricabile da qui, e possiamo quindi provarla su un PC reale o magari su una macchina virtuale (con software come VirtualBox  o VMWare Player).

Con Windows 10 si possono provare i prodotti Autodesk e imparare molto

Windows 10 – versione anteprima tecnica

Le novità

Innanzi tutto Windows 10 segnerà il ritorno del tanto desiderato pulsante Start, eliminato nelle versioni di Windows 8 e Windows 8.1 (vedi questo post). Gli utenti aziendali, infatti, difficilmente accettano di lavorare con uno schermo ottimizzato per i tablet e pensato per eseguire un solo programma per volta. La nuova filosofia di Windows 8 è risultata quindi fallimentare e ha irritato la maggior parte degli utenti aziendali. La scelta di abolire il pulsante Start e soprattutto il relativo menu a favore della schermata Start di Windows, era stata portata avanti senza ascoltare i suggerimenti degli utenti, e ha generato un vero e proprio calo di popolarità di Windows, proprio dopo che Windows 7 aveva fatto dimenticare gli insuccessi di Vista (ormai dimenticato al punto che la maggior parte dei software Autodesk neppure lo considera più quanto a compatibilità).

Il nuovo menu di Windows 10 permette di effettuare le ricerche ma ha anche le tile modern ui

Il menu di Windows 10 ha spazio anche per le tile (le mattonelle) sulla destra

Ora ritorna l’approccio “Desktop” con finestre affiancabili, barra delle applicazioni, menu Start. Un totale ritorno al passato dunque? In realtà no: sui tablet verrà proposta l’interfacca Modern UI (quella con la schermata Start) e anche sul desktop non spariscono le “tile”, le mattonelle per richiamare i programmi, spesso animate e cariche di informazioni. Infatti a destra del menu Start vero e proprio convive un estratto della schermata Start di Windows 8, completamente personalizzabile e che all’inizio presenta le news, lo Store, e così via.

Il CAD

Ma veniamo al CAD: abbiamo provato AutoCAD 2015 e sembra funzionare benissimo. In alcune ore di utilizzo non abbiamo rilevato differenze rispetto al funzionamento su Windows 7. La versione testata è quella italiana a 64 bit, e anche se non possiamo dare ufficialità alla cosa, sembra proprio che nulla vada in conflitto fra la nuova versione di Windows e AutoCAD. Anche l’installazione è filata liscia, anche se alcuni componenti di Microsoft hanno necessitato di un download (il tutto comunque è automatico e viene richiesta solo un’autorizzazione per scaricare e installare il componente).

Potremo fruire quindi da subito di tutte le novità del nuovo Windows senza rinunciare al nostro CAD preferito, AutoCAD, e senza doverlo aggiornare a nuove release.

Prossimamente abbiamo intenzione di provare anche altri software come 3ds Max e Revit, o Inventor, ma vi sproniamo a provare in prima persona, perchè questa nuova versione di Windows è, a nostro avviso, destinata a riscuotere un buon successo anche negli uffici e nelle aziende, al contrario di quanto avvenuto con Windows 8 e Windows 8.1!

Menu e barre strumenti in AutoCAD 2015

Scritto da matteo.trasi On Maggio - 27 - 2014
Le aree di Lavoro di AutoCAD 2014. Era presente la Classica di AutoCAD

Le aree di Lavoro di AutoCAD 2014. Era presente la Classica di AutoCAD

Ormai da molti anni AutoCAD si presenta senza menu e barre degli strumenti, sostituiti dalla nuova Barra multifunzione, con le sue schede e pannelli  che contengono pulsanti ed elenchi. Sinceramente crediamo sia ormai il caso di abituarsi a questa “nuova” interfaccia introdotta ormai anni addietro, nel 2008, con AutoCAD 2009.
Però sappiamo che, là fuori, molti di voi utilizzano ancora la vecchia interfaccia, cui sono fortemente affezionati. E questo era facile da ottenere fino ad AutoCAD 2014: l’area di lavoro preimpostata Classica di AutoCAD permetteva proprio di riattivare in modo molto immediato i menu e le barre degli strumenti, escludendo contestualmente la Barra multifunzione di AutoCAD.

 

Ora con AutoCAD 2015 l’area di lavoro Classica di AutoCAD non è più disponibile. Permane solo in alcuni prodotti “verticali” basati su AutoCAD, come AutoCAD MAP 3D 2015.
In questo video proponiamo il  metodo per ricreare un’area di lavoro simile alla Classica di AutoCAD partendo da zero, quindi anche in AutoCAD 2015.

 

 

Il nostro consiglio in realtà è di utilizzare la nuova interfaccia con la Barra multifunzione e abbandonare menu e barre strumenti. Infatti, anche se a volte in AutoCAD la vecchia interfaccia permette di risparmiare qualche clic, è evidente che Autodesk non intende più di tanto mantenerla aggiornata. Di conseguenza i comandi e le procedure più recentemente introdotti, così come varie utili novità di AutoCAD, spesso non sono presenti nella vecchia interfaccia. Sarebbe difficile scoprire tutte le novità delle nuove versioni di AutoCAD se utilizziamo la “antica” area di lavoro Classica di AutoCAD, mentre molte delle novità sono spesso in bella mostra nella Barra multifunzione.

Comunque ognuno è libero di lavorare come meglio crede, e direi che anche questo è un aspetto molto apprezzabile di AutoCAD.

AutoCAD 2015 è qui

Scritto da matteo.trasi On Aprile - 2 - 2014
AutoCAD 2015 - il nuovo arrivato in casa Autodesk

La nuova versione di AutoCAD è ora disponibile

E’ uscito AutoCAD 2015, disponibile per il download, anche in italiano, sul sito Autodesk americano. Finalmente il nuovo AutoCAD si può provare e installare. Appena avremo preparato un’analisi della nuova versione 2015 di AutoCAD, scriveremo un post con l’elenco accurato delle novità interessanti di questa nuova versione.

Nuove schede grafiche GTX 750 da NVIDIA e nuovi driver

Scritto da matteo.trasi On Febbraio - 25 - 2014
Una scheda grafica senza pretese per la tua stazione CAD - non per il professionista del render

La scheda NVIDIA GTX 750 costa poco, è piccola, consuma poco.

NVIDIA, fornitore privilegiato di schede grafiche per chi si occupa di 3D e Render con i software Autodesk, ha rilasciato una nuova versione dei driver In concomitanza con il debutto delle schede video GeForce GTX 750Ti e GTX 750. Il driver ha il codice 334.89 WHQL ed è già disponibile per il download (vi consigliamo sempre di aggiornare i driver appena possibile se usate i CAD Autodesk). Per scaricarli si può utilizzare come al solito l’apposita funzione dal pannello NVIDIA GeForce Experience, se installato, oppure si possono scaricare direttamente dal sito del produttore, tramite questi link:

 

Scheda decente per la tua stazioncina CAD dell'ufficio

La GTX 750Ti offre prestazioni decenti per il 3D di AutoCAD, Inventor e Revit

Per quanto riguarda le nuove schede di serie 750, si tratta di schede grafiche di fascia medio-bassa, ma che permettono di usare in modo accettabile i software grafici come AutoCAD, 3ds Max, Maya, Inventor e Revit. La presenza di 512 o 640 CUDA le rende anche adatte a generare senza spendere troppo dei render con IRAY, che sfrutta proprio la tecnologia CUDA per i calcoli. Certo, siamo ben lontani dalle prestazioni e dal numero di unità di calcolo delle schede professionali, ma bisogna considerare che stiamo parlando di schede che costano attualmente dai 100 ai 160 euro. Quindi un altro pianeta rispetto alle schede NVIDIA Titan utilizzate dai professionisti del render, che offrono memoria, velocità di calcolo e alta banda passante, ma costano anche dieci volte tanto.

Come al solito la serie Ti è più spinta (esiste anche la variante Ti OC – overclock, ancor più veloce) rispetto a quella “liscia”, la GTX 750. Una nota interessante sono i consumi e le conseguenti dimensioni: la sorellina minore ha davvero dimensioni contenute e consumi bassissimi, al punto che in genere è realizzata con una sola ventola di raffreddamento e quindi può essere ospitata anche da computer di dimensioni “da scrivania”. Questo la rende sicuramente interessante per chi lavora con il CAD senza pretendere prestazioni molto spinte nel 3D, come accade per molti utenti aziendali. La scheda 750Ti, invece, ha dimensioni maggiori, presenta in genere due ventole, ma ha comunque consumi bassi e dimensioni non esagerate. Insomma un compromesso interessante per una stazioncina CAD senza troppe pretese ma efficiente per il lavoro di tutti i giorni.

Se vuoi imparare a utilizzare al meglio le schede grafiche per il render, con IRAY, considera se seguire il nostro corso di 3ds Max base o avanzato o  uno degli altri corsi avanzati sul Render.

 

Come scegliere un corso di AutoCAD base

Scritto da matteo.trasi On Febbraio - 5 - 2014
Italia corsi e città

In Italia ci sono molti corsi su AutoCAD

I nostri corsi in aula si svolgono a Milano, ma molti giustamente ci chiamano da tutta Italia per chiederci se teniamo corsi nella loro città.

Se venirci a trovare a Milano non è possibile e l’idea di un corso personalizzato con la trasferta di un nostro docente (che ha dei costi significativi) è impraticabile, allora vogliamo darvi qualche consiglio su come scegliere il giusto corso di AutoCAD nella vostra città presso qualche altro centro di formazione o insegnante privato.

Oggi parliamo dei corsi base, per iniziare a usare AutoCAD da zero. Lo scopo è fornirvi delle buone indicazioni per evitare delusioni o peggio … fregature.

Chi non ha voglia di leggere tutto l’articolo, salti subito in fondo, al riassunto dei punti chiave su come scegliere il corso di AutoCAD.

titoli e master

Diffidate da chi propone finti titoli con valore legale

Prima di affidarvi a un azienda di formazione, anche se la trovate nei primi posti sui motori di ricerca, cercate su internet eventuali giudizi negativi, o notizie di truffe legate al centro di formazione (basta cercare la parola truffa insieme al nome del centro di formazione). Pur non prendendo per buona ogni notizia reperibile su internet, valuate con attenzione i giudizi di altri utenti, positivi o negativi.

Ci sono presunti centri di formazione che ingannano gli utenti promettendo titoli riconosciuti o stage con sicuri sbocchi lavorativi senza che questo sia minimamente vero… Magari è meglio rifletterci sopra, prima di iscriversi a un loro corso. Triste e noto esempio è il caso di pratica scorretta nella vendita di corsi di informatica, sanzionato da AGCOM, per società che promettevano il rilascio di titoli e certificazioni con valore legale, che in realtà non avevano alcun valore legale, e promettevano lo svolgimento di stage lavorativi presso note aziende di informatica, in realtà mai avvenuti. Interessante leggere le varie tecniche di truffa attuate da persone senza scrupoli nell’approfittare di chi cerca lavoro…

corsi cad specializzati

Scegli uno specialista del CAD

Rivolgetevi possibimente a un centro di formazione certificato da Autodesk oppure a un centro di formazione specializzato in corsi sul CAD  (come il nostro): è probabilmente meglio che affidarsi ad aziende che hanno un sito internet generico di corsi informatici o, peggio, a una società di formazione che si occupa di tutt’altro. Non è raro vedere corsi su AutoCAD organizzati da aziende che offrono corsi sulla sicurezza sul lavoro,  sul marketing, corsi di lingue o su argomenti più esotici (dall’amministrazione di condominio all’estetista). Questo non significa necessariamente che in questi casi il corso sia di cattiva qualità, ma certamente quell’azienda non è focalizzata sul CAD, e in alcuni casi i suoi responsabili potrebbero non essere neppure in grado di valutare le attitudini e le conoscenze dei candidati docenti per il corso di AutoCAD. Oppure più semplicemente si tratta di aziende con un gran calderone di corsi che puntano sulla quantità e non sulla qualità, e magari non sono disposte a pagare i docenti adeguatamente, affidandosi a ragazzi senza esperienza solo perchè sono disposti a tenere un corso per 15 euro all’ora. Perché rischiare?

docenti AutoCAD e non solo professionisti

Saper insegnare non significa solo conoscere il programma,

Un corso su AutoCAD dovrebbe comunque essere tenuto da un docente, ovverosia da una persona che svolge come attività l’insegnamento. Non è infatti sufficiente conoscere bene AutoCAD per saperlo insegnare. Un architetto, un ingegnere, un progettista, che tutti i giorni lavora con AutoCAD, probabilmente lo utilizza in modo molto “personale”, adattando le procedure al proprio lavoro, che non necessariamente sarà identico al vostro, e a volte potrebbe trasmettervi una visione distorta sul miglior utilizzo degli strumenti del programma. Oppure potrebbe saperlo usare benissimo ma non saperlo insegnare. L’esperienza di un docente che ha tenuto già molti corsi su AutoCAD, magari a persone che lavorano in diversi settori, è quindi fondamentale.

Il calendario dei corsi deve essere esposto

Controlla che esista un calendario

Se l’offerta del corso proviene da un vero centro di formazione avete presumibilmente un vantaggio in più. Infatti in questo caso ci sarà un sito internet o una bacheca e potete verificare se è esposto un calendario dei corsi con date definite a cadenze regolari. Questo può essere un buon indizio del fatto che i corsi sono strutturati e non improvvisati, e che si tengano veramente. Probabilmente ci sono dei docenti fissi che se ne occupano regolarmente. Diffidate dai siti internet che offrono corsi senza indicare un calendario. Potrebbe trattarsi di corsi che vengono “improvvisati” solo se ci sono richieste, chiamando sporadicamente a insegnare persone non collaudate come docente, magari con scarsi feedback e quindi con poche verifiche di qualità.

Controllate che chi vende il corso renda pubblico e disponibile l’elenco degli argomenti trattati. Se l’elenco non è ben visibile e immediatamente disponibile potrebbe non essere buon segno: magari deve ancora essere scritto (o “inventato”). Comunque richiedete sempre un elenco scritto degli argomenti prima di avere sorprese. Con questo elenco potete chiedere a un amico esperto, o in uno dei tanti forum, un consiglio sulla adeguatezza degli argomenti trattati nel corso rispetto alle vostre esigenze. Sapere che alcuni degli argomenti elencati sono utili per il vostro lavoro, è indispensabile per poi pretendere dal docente, carta alla mano, che siano effettivamente trattati durante il corso.

seguite corsi autocad tenuti da docentio aggiornati all'ultima versione

Il corso non deve essere su versioni “antiche” di AutoCAD

Nel programma degli argomenti verificate che il corso si basi sulle ultime versioni: anche se avete un AutoCAD più vecchio sarete sicuri di avere a che fare con professionisti che si aggiornano e dedicano tempo a studiare gli argomenti che poi vi devono insegnare. Chiedete quindi quale versione del software sarà utilizzata durante il corso (ad oggi un corso attuale dovrebbe essere su AutoCAD 2013, 2014 o 2015 – che uscirà fra pochi mesi). Se nel programma del corso si parla di “Barre degli strumenti” senza parlare insieme delle “Aree di lavoro”, o peggio si parla di “plancia di comando” o di “AutoCAD oggi” molto probabilmente il corso è da scartare. Le “Barre degli strumenti”, infatti, fanno parte di interfacce molto vecchie (7 anni addietro) e sono ora disponibili in AutoCAD solo su richiesta (tramite l'”Area di lavoro” di nome “Classica di AutoCAD”). Se persino l’elenco degli argomenti è stato copiato da qualche vecchio documento (la plancia di comando, per esempio, non esiste più nei nuovi AutoCAD da almeno 8 anni e “AutoCAD oggi” dal 2002) immaginatevi come sarà il corso. Anche altri argomenti che da soli non sono indicativi, possono dare indizi se sono obsoleti ma vengono messi in rilevo come se fossero estremamente importanti. Possono rientrare in questa categoria i “Limiti” del disegno, quasi del tutto inutili nelle nuove versioni a meno di fare una serie di impostazioni per limitare AutoCAD ad essere utilizzato come un semplice pezzo di carta.
Un corso base che si rispetti dovrebbe parlare di “Barra multifunzione” (anche detta “Ribbon”), di “Input dinamico”, di “DesignCenter”, di “Annotatività” e di stampa dai “Layout”.  Se questi argomenti mancano è davvero un brutto segno. Se si nomina la “Selezione ciclica”, il “Disegno parametrico” o la proprietà di “Trasparenza” degli oggetti siamo sicuri che il corso si svolge almeno su un software non obsoleto.

Se dovrete lavorare su una vecchia versione di AutoCAD (per esempio precedente alla 2010) chiedete prima se il docente potrà fornirvi supporto per la vostra vecchia versione. Un docente con esperienza dovrebbe conoscere anche le vecchie versioni oltre a quelle nuove.

Corso ideale di AutoCAD Base: durata da 30-40 ore

Il corso deve essere completo ma durare ragionevolmente

Un corso serio di AutoCAD che tratti solo il 2D e che vi renda produttivi dovrebbe durare dalle 28 alle 40 ore. Solo se tratta anche qualche argomento avanzato o il 3D può esserci un valido motivo perchè il corso duri di più. Corsi che durano qualche ora in meno potrebbero essere validi lo stesso solo se ci sono pochi partecipanti (due o tre persone) o se si è concordato un programma degli argomenti specifico e personalizzato. Diffidate da corsi che durano troppo poco e da percorsi didattici che prevedono corsi a troppi livelli (base, intermedio, avanzato). Se è previsto un corso base breve in cui si impara per esempio a disegnare ma non a quotare il disegno o stampare, e un corso intermedio in cui si impara a stampare, e voi dovete imparare da zero ed essere produttivi, vi stanno proponendoi due corsi inutili se presi singolarmente. A volte questo è un espediente per attrarvi in un “corso base” molto economico che però è poi inutile se non seguite anche il “corso intermedio”. Secondo noi, insomma, potrebbe trattarsi di una mezza fregatura se non è spiegato chiaramente che il corso base non permette di lavorare e stampare. I nostri corsi base, per esempio, garantiscono di raggiungere una completa operatività nel 2D per tutte le operazioni tipiche che svolge chi lavora in AutoCAD. Il nostro corso avanzato è realmente avanzato, e non serve a chi deve semplicemente iniziare a lavorare.

il costo di un corso di autocad deve essere adeguato anche al numero di ore

Risparmiare va bene, ma non sprecare tempo e denaro

Anche il prezzo è correlato alla durata. Un corso troppo economico si può organizzare solo se ci sono tantissimi utenti (quindi sarete poco seguiti dal docente) o se si paga poco il docente o l’aula (quindi è alto il rischio di una scarsa qualità dell’insegnamento) o peggio se la società che organizza il corso truffa il docente o il fornitore delle aule (purtroppo ci è capitato spesso di vedere aziende note che si comportano così). Immaginate se chi è disonesto con il suo docente può essere onesto con voi.. Quindi se un corso, per esempio, di 28-30 ore costa meno di 500 euro tenete gli occhi ben aperti e prendete tutte le precauzioni del caso. Va bene risparmiare, ma non va bene buttar via tempo e denaro. Viceversa non ci sembra giustificato chiedere più di 800 euro per un corso base di gruppo, anche se la durata fosse di 40 ore.  Se invece optate per un corso individuale o personalizzato con due o tre utenti, la tariffa di mercato tipica di un docente per questo genere di corsi si aggira attorno ai 60-80 euro all’ora, sconti esclusi, a cui aggiungere eventuali costi di trasferta se proviene da un’altra città. Se trovate un ottimo docente a un costo inferiore… buon per voi.

Prestate anche molta attenzione ai corsi convenzionati o gratuiti su AutoCAD. A volte sono seri e ben organizzat, ma potrebbero esserci aziende non competenti in ambito CAD che approofittano dei fondi pubblici o delle associazioni per fare ottimi incassi, senza per questo garantire la qualità dell’insegnamento. Quindi anche per i corsi gratuiti, sicuramente da considerare, non trascurate di seguire tutti i nostri consigli per verificare l’attendibilità e la qualità dell’offerta. Ricordatevi che anche il vostro tempo ha un valore.

Se seguite il corso anche nell’ottica di presentare un curriculum migliore, o se ancora non avete AutoCAD, a maggior ragione il corso dovrebbe svolgersi sull’ultima versione disponibile, per garantire il fatto che le metodologie che vi insegnano siano aggiornate. Oggi, mentre scriviamo questo articolo, la versione di AutoCAD aggiornata è la 2014, ma in breve uscirà la 2015.

I corsi in aula sono preferibili rispetto a quelli per corrispondenza

In aula è più facile confrontarsi. Anche un’aula virtuale va bene

I corsi in Aula sono i migliori. Se proprio decidete di seguire un corso a distanza (online o videocorsi) verificate su quale versione si svolge. Non sarebbe bello seguire ore e ore di filmati su versioni di AutoCAD che non esistono più. Diffidate anche dal “materiale didattico” eccessivamente costoso! Se tentano di vendervi un libro su AutoCAD a più di 100 euro vi stanno molto probabilmente raggirando (di solito chi propone corsi a distanza di scarsa qualità vi vende piccoli filmati su vecchie versioni di AutoCAD, simili a quelli che trovereste su youtube, e libri prodotti in proprio copiando qua e là da volumi che potreste comprare in libreria al massimo per 40 euro). Prima di pensare a un corso di questo tipo, provate a comprarvi un libro: solo se non basta il libro considerate un corso per corrispondenza. Risparmierete sicuramente parecchio tempo e denaro ed eviterete delusioni ed arrabbiature. Naturalmente vi consigliamo i nostri due libri: AutoCAD Pocket (piccolo e adatto per cominciare – senza esercizi ma con spiegazioni dettagliate) e  AutoCAD Guida completa, (un volume più consistente che parla anche del 3D e di altri argomenti “avanzati” – con molti esercizi). Li trovate in tutte le migliori librerie dotate di un reparto di informatica.

Riassumendo i punti principali dei nostri consigli sulla scelta del corso base di AutoCAD:

  1. Controllate che esista un vero calendario dei corsi di AutoCAD e che sia ben visibile il programma degli argomenti
  2. Chiedete quanti corsi ha tenuto il docente e da quanto insegna o quali qualifiche ha
  3. Verificate che il docente sia aggiornato chiedendo su quale versione di AutoCAD si tiene il corso: oggi, a inizio 2014 il corso dovrebbe presentarvi AutoCAD 2014 (fra poco uscirà la versione 2015)
  4. Per lo stesso motivo verificate l’elenco degli argomenti del corso: evitate il corso se si parla solo di “Barre delle strumenti” e “Menù” e non parla di “Barra multifunzione” o “Input dinamico”
  5. Verificate che il corso includa tutto quello che serve a poter realmente lavorare in AutoCAD. Come minimo il corso deve insegnare: creazione di disegni e uso dei modelli, disegno di precisione e principali oggetti di AutoCAD, Layer, colori e spessori, Blocchi,  Quote e Testi, stampa da Layout
  6. Verificate che la durata del corso sia adeguata (non meno di 28 ore e non più di 40 ore per un corso sul 2D a livello base/intermedio)
  7. Preferite possibilmente i corsi in aula o con un docente e diffidate da chi vuole vendere corsi per corrispondenza basati su materiale didattico a prezzi esagerati
  8. Se possibile rivolgetevi a un centro certificato Autodesk o a una azienda specializzata sui corsi per il CAD
  9. Verificate eventuali benefit legati al corso (manuali, assistenza, …) per valutare correttamente il rapporto qualità/prezzo

 

 

Schermi sempre più “wide” e AutoCAD

Scritto da matteo.trasi On Dicembre - 6 - 2013

La nota casa hardware Dell ha annunciato un nuovo monitor: U3415W con display 21:9 e risoluzione 3440×1440. Sono schermi con alta risoluzione (3440×1440) e anche abbastanza grandi (28 o 24 pollici)

schermo ultra wide per il CAD

Lo schermo 2.5K con rapporto 21:9 è utile pr il CAD?

Quindi la moda del monitor “wide”, sempre più basso e largo, eccellente per vedere film come al cinema, continua e si arricchisce sempre più con i nuovi dispositivi. Ma quanto, ci chiediamo, saranno consigliabili questi display per il CAD?

Sicuramente chi usa i software Autodesk ha notato negli ultimi anni, con l’introduzione delle nuove interfacce, e per esempio con la barra multifunzione, che lo spazio più prezioso è quello “in verticale”. Intendiamo dire che le interfacce con cui lavoriamo all’interno di software come AutoCAD, Revit o Inventor occupano e consumano completamente una buona striscia orizzontale di monitor. Molti per questo preferiscono i vecchi schermi con proporzioni 4:3 – quelli che tipicamente offrivano risoluzioni del tipo 1280×1024 o 1024×768 (questa però troppo piccola per lavorare bene).

Per esempio con AutoCAD uno schermo 4:3 da 22 pollici andava benissimo, e ancora meglio un doppio monitor di questo tipo, per tenere su uno schermo AutoCAD e sull’altro le tavolozze (proprietà, DesignCenter, Layer, eccetra).

Ma proprio per questo anche i nuovi schermi, che sono sempre più larghi, possono offrire ottime possibilità, se decidiamo di dedicare un’area laterale appunto alle tavolozze, all’interno (agganciate) o all’esterno della finestra di AutoCAD.

Ridimensionare il Ribbon (barra multifunzione) di AutoCAD: vari esempi

In un altro articolo i suggerimenti per ottimizzare la barra

Se lo spazio sullo schermo in orizzontale si presta bene all’utilizzo CAD, quando utilizziamo monitor come il nuovo Dell, resta allora solo il problema di come sfruttare al meglio lo spazio in verticale. Per questo, però vi rimandiamo all’articolo su come minimizzare l’ingombro della barra multifunzione in AutoCAD, Revit e Inventor per guadagnare più spazio per l’area di disegno.

Ridimensionare il ribbon di AutoCAD, Revit e Inventor

Scritto da matteo.trasi On Dicembre - 6 - 2013
Le interfacce dei vari programmi Autodesk si basano sul Ribbon

La barra multifunzione di AutoCAD, di Inventor e di Revit

Il Ribbon, anche detto “Barra multifunzione” è l’elemento principale dell’interfaccia di molti software Autodesk per accedere ai comandi CAD. Da quando è stato introdotto, inizialmente sulla falsariga del Ribbon applicato alle interfacce “Fluent” di Microsoft Office 2007-2010 e 2013, ha subito una serie di miglioramenti. Specialmente nel passaggio da AutoCAD 2009 ad AutoCAD 2010, la barra multifunzione è stata ottimizzata moltissimo. Eppure ancora oggi molti utenti lamentano il fatto che sia rimasta “ingombrante”.

Infatti lo spazio occupato in verticale all’interno dello schermo dal Ribbon di AutoCAD, Revit e Inventor, riduce, per forza di cose, lo spazio a disposizione per l’area di progettazione e di disegno vera e propria. Per questo qualcuno prova nostalgia per i vecchi menu. In AutoCAD grazie alle aree di lavoro Autodesk stessa lascia la possibilità di disattivare il ribbon e tornare ai vecchi menù (grazie all’area di lavoro Classica di AutoCAD, da selezionare in questo caso al posto di Disegno e Annotazione). Noi crediamo che sarebbe meglio adeguarsi al modo di lavorare proposto dalla barra multifunzione, sicuramente più moderno ed intuitivo per chi comincia da zero (non per i “veterani”, d’accordo…), ma apprezziamo e riteniamo importante che gli utenti possano scegliere l’interfaccia che trovano più comoda per le proprie esigenze.

Cliccare il pulsante di AutoCAD indicato per ridurre l'ingombro della barra

Il pulsante indicato permette di ridurre l’ingombro del Ribbon

Comunque non tutti sanno che il ribbon si può rendere meno ingombrante grazie al pulsantino che presenta in fondo sulla sua destra. Premendolo ripetutamente si passa a varie modalità “sintetiche” di accesso ai pulsanti e ai vari elementi di interfaccia del ribbon. Per esempio in AutoCAD si può passare dalla visualizzazione completa del Ribbon alla visualizzazione solo di singole icone per ogni pannello, a quella dei soli nomi di schede e pannelli a quella, infine, con i soli nomi delle schede.

Per questo si può cliccare ripetutamente il pulsante indicato nella figura, o sfruttare il corrispondente menù a discesa, sempre disponibile accanto al pulsante.

Le seguenti figure illustrano le tre visualizzazioni sintetiche della barra multifunzione.

Ribbon visualizzazione 1

La vista con i pulsanti, uno per ogni pannello (gruppo) – cliccando si espande il gruppo

 

La vista con solo i titoli. Un clic espande il tutto come se fosse un menù (la scheda) con un sottomenù (il gruppo)

La vista con solo i titoli. Un clic espande il tutto come se fosse un menù (la scheda) con un sottomenù (il gruppo)

 

La vista con solo i nomi delle schede - con un clic si mostrano

La vista con solo i nomi delle schede – con un clic si mostrano

 

Lasciamo a voi tutte le prove del caso, ricordandovi che comunque potrete sempre tornare alla situazione iniziale, con la visualizzazione completa, premendo ripetutamente il pulsantino.